Durante la Grande Guerra la Marina militare ebbe un ruolo tutt'altro che trascurabile.
La Piazza di difesa marittima di Venezia, ove era presente la flotta, andava dalla foce del Piave, passando per Caposile e Cavallino, Portegrandi, Quarto d'Altino, Preganziol, Noale, Stra, fino alle foci dell'Adige: a partire dal fatidico 24 maggio 1915, fu dichiarata zona di guerra - malgrado gli oltre 100 km di distanza dal fronte di terra - e venne in quanto tale organizzata. Nel corso del conflitto subì 42 attacchi aerei; dopo la Rotta di Caporetto il margine nord-orientale si trovò in prima linea, con tutte le conseguenze che ne derivarono.
Numerose sono le testimonianze che ancor oggi si conservano: dal Museo Navale di Venezia alle torri telemetriche e alle batterie del Cavallino, dai Forti intorno a Mestre alle 'valli' lagunari, dalla rete dei canali alle spiagge del rodigino, il Veneto offre una varietà di spunti e sollecitazioni.
Un altro tema, poco noto, rispetto agli eventi storici della Grande Guerra, è quello delle vicende e della logistica che interessò le vie navigabili interne, le lagune e le zone costiere del Veneto, impiegate per lo spostamento di truppe, mezzi, armi dal e verso il fronte, con relativa trasformazione delle imbarcazioni tradizionali a fini militari. Si tratta di un capitolo che merita di essere riscoperto, soprattutto da parte di un territorio che sull'acqua ha da sempre costruito la sua civiltà.

Per un approfondimento, possono essere utili gli esiti di un lavoro svolto con il sostegno della Regione:
Acque di Battaglia - Centro Internazionale Civiltà dell'Acqua