Città al fronte

Bombardate e distrutte, attraversate dalle truppe, organizzate come centri di comando, di produzione o di smistamento di rifornimenti e di materiali bellici, numerose città del Veneto vissero da protagoniste l'esperienza della guerra e ne patirono le più atroci conseguenze.
Il tema si intreccia naturalmente con quello del ruolo assunto dalla popolazione civile nel conflitto.
L'irruzione della guerra in Veneto coinvolse i civili in modo diretto, inizialmente con particolare forza nel Bellunese e sull'Altopiano di Asiago, poi, dopo Caporetto, nei territori orientali; lungo la destra Piave l'esercito italiano gestì il trasferimento di parte della popolazione lontano dalla linea del fronte, provvedendo alla distribuzione dei profughi in diverse località dello Stivale. Sulla sinistra Piave fu l'esercito occupante a stabilire lo spostamento dei civili o la loro permanenza. Durante il lungo "anno della fame" le violenze fisiche, psicologiche, morali ed economiche subite dalla popolazione furono molteplici.
Ma l'asprezza del conflitto colpì ogni zona della regione, toccando centri come Cortina, Belluno, Feltre, Recoaro, Thiene, Schio, Asiago, Bassano del Grappa, Montebelluna, Conegliano, Treviso, San Dona' di Piave, Jesolo-Cavallino, Venezia, Padova, Verona.
Si tratta di una vicenda che merita di essere portata in primo piano, per raccontare l'orrore quotidiano generato dalla guerra.