La linea del fronte dolomitico, fra cime impervie e ghiacciai, fu attiva dallo scoppio della guerra fino alla rotta di Caporetto. Due anni e mezzo in condizioni estreme e terribili per i soldati: ne danno atroce testimonianza i resti della "città di ghiaccio" in Marmolada, o le spaventose deformazioni provocate dalla guerra delle mine sul Col di Lana, sul Lagazuoi, sul Castelletto di Tofana.
Anche i civili furono vittime della guerra: interi paesi evacuati e distrutti, gli abitanti allontanati e profughi per anni. In seguito, con il ritirarsi del fronte verso sud, Cadore, Bellunese e Feltrino divennero zone di occupazione e di sfruttamento: cominciava il terribile "anno della fame" per la popolazione, le cui già povere risorse furono usate per nutrire l'esercito invasore, ormai allo stremo.

 

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