La Grande Guerra e la popolazione civile

Il tema dei civili in guerra interessa senza dubbio tutta la nazione. Una parte significativa della popolazione si trovò impiegata nello sforzo produttivo bellico. Il lutto colpì famiglie di tutto lo Stivale. In molte regioni vennero approntate soluzioni di ospitalità per i profughi del Triveneto. La chiamata alle armi di cinque milioni di Italiani sconvolse la vita di tutti i cittadini.
Nei territori che furono fisicamente attraversati e sconvolti dal conflitto, come in Veneto, i civili vissero certamente con maggiore intensità e in modo diretto l'atroce impatto della guerra.
Ciò accadde inizialmente con particolare forza nel Bellunese e sull'Altopiano di Asiago, poi, dopo Caporetto, nei territori orientali; lungo la destra Piave l'esercito italiano gestì il trasferimento di parte della popolazione lontano dalla linea del fronte, provvedendo alla distribuzione dei profughi in diverse località dello Stivale. Sulla sinistra Piave fu l'esercito occupante a stabilire lo spostamento dei civili o la loro permanenza. Durante il lungo «anno della fame» le violenze fisiche, psicologiche, morali ed economiche subite dalla popolazione furono molteplici. Tra le iniziative sostenute dalla Regione del Veneto si può ricordare a questo proposito la mostra itinerante Tracce al femminile. Storie di donne e altre racconti, promossa dal Centro di Documentazione Aldo Mori di Portogruaro nell'ambito di un progetto per le commemorazioni del centenario.
Ma ogni zona della regione fu coinvolta nel conflitto, anche le città e i territori di retrovia. Ne offre un interessante esempio la mostra Vita a Padova durante la Grande Guerra, organizzata dal Comune presso il Piano Nobile dello Stabilimento Pedrocchi, dal 22 aprile al 10 luglio 2016, con una serie di appuntamenti e iniziative collaterali per meglio approfondire diversi aspetti della tematica.
Fondamentale sotto questo profilo fu il ruolo svolto dalla donna, che assunse responsabilità in precedenza mai riconosciutele, non solo a livello familiare, e quindi sul piano sociale, ma anche sotto l'aspetto produttivo ed economico, contribuendo direttamente allo sforzo bellico; per approfondimenti, si segnala il progetto sostenuto dalla Regione del Veneto Donne si fa Storia.