Seguendo il percorso di un Alpino dalle retrovie al fronte dolomitico

Area di riferimento: Dolomiti e area di Belluno Partenza: Sedico (BL), Museo Storico del 7° Reggimento Alpini Arrivo: Livinallongo del Col di Lana (BL), Pian di Salesei Tipologia: In auto / moto Difficoltà: Semplice / Principianti Fondo stradale: Asfalto Dislivello: 2.150 m Quota massima: 2.460 m.s.l.m. Tempo di percorrenza: 2 ore in auto, circa 100 km
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L’itinerario parte con la visita del Museo Storico del 7° Reggimento Alpini a Villa Patt di Sedico. Villa Patt tra il 1915 e il 1917 fu sede del Comando dell'intendenza della 4° Armata. Decine di migliaia di soldati erano impegnati nel lavoro di preparazione dei rifornimenti alla prima linea nell'alto Cordevole. Il 7° reggimento Alpini mobilitò migliaia di soldati, anche volontari, durante la Grande Guerra. Nel museo si trova traccia di tutti gli eventi, soprattutto nel fondo fotografico e nei materiali d'archivio.
Partendo da Villa Patt, il nostro soldato va verso il fronte, attraversando la Tagliata di San Martino, dove la Linea Gialla di massima difesa incrocia la Val Cordevole. La tagliata fu quasi completamente distrutta il 10 novembre 1917 durante la ritirata. Ad Agordo il soldato passa davanti all'ospedale militare e vede la Marmolada che si erge come un'enorme muraglia dietro tre quinte di monti: sulla cima pinnacoli di fumo mostrano che le artiglierie sono in azione. Il soldato riparte, ovviamente sempre a piedi, supera Taibon, Listolade, Cencenighe, Avoscan. Ad Alleghe altra infernale visione: la battaglia sul Col di Lana, che si staglia in fondo alla valle. Caprile, Rocca Pietore, Sottoguda. Il soldato affronta quindi l'ultimo tratto di strada per arrivare alla sede di Comando del Settore Marmolada Ombretta. In questa località, la strada di accesso al fronte corre sul fondo dei Serrai, una profonda e buia gola naturale, al riparo dal tiro delle artiglierie. Al suo ingresso ora sorge un Centro informativo multimediale sulla Grande Guerra. Il soldato arriva a Malga Ciapela. Qui e poco oltre, verso il passo Fedaia, in Val Ciamp d'Arei, si trovano i baraccamenti italiani che servono il fronte della valle Ombretta, della Marmolada e di parte del Padon-Mesola. Cavi di teleferiche risalgono i fianchi dei monti in tutte le direzioni, le esplosioni si susseguono incessantemente. Il soldato si presenta al comandante per ricevere le direttive che lo riguardano: dovrà dare il cambio alle vedette appostate a Punta Serauta. Dopo le decine di chilometri percorsi a piedi, ora lo aspettano 1.500 m di dislivello tra le rocce e i ghiacci del Vallon d'Antermoia, sotto il tiro dei cecchini austriaci appostati sul Sasso delle Undici. Una notte di riposo e via. Dal 1964 una funivia permette di salire a Forcella Serauta, al limitare della Zona Sacra. Nei locali della funivia ha sede il Museo della Grande Guerra, ricco di cimeli perfettamente conservati dal ghiacciaio che nel suo lento ritirarsi lascia riemergere ogni anno nuovi reperti e i resti dei soldati. Salendo, dal secondo troncone, si ammira in basso il Vallon d'Antermoia che i soldati italiani percorrevano per raggiungere le posizioni di vetta.
Da Forcella Serauta, il nostro soldato guarda giù in Valle Ombretta e scorge il tetto della casermetta di comando attorniata dalle baracche; di fronte, i campi di battaglia del Padon e del Col di Lana. Verso il ghiacciaio invece nessuna traccia di movimento degli austriaci: si favoleggia che stiano scavando una città nel ghiaccio, con strade e baracche! Si dice che gli austriaci abbiano deciso di vivere là sotto dopo che l'ultima valanga ha ucciso 300 dei loro uomini in un colpo solo. Intorno, a 360 gradi, solo montagne, italiane e tirolesi, separate da una lunga linea rossa di fuoco, dal Lagorai alle Cime di Ombretta, fino al Padon, al Col di Lana, alle Tofane, al Cristallo.
Il nostro alpino non avrà però fortuna… Sceso a valle per un periodo di riposo sarà inquadrato in una compagnia diretta al Col di Lana, due valli più in là, monte sventrato dalla mina al punto tale da non sembrare più lo stesso. Troverà la morte durante un attacco e ora riposa tra i militi ignoti nel piccolo cimitero di guerra a forma di croce al Pian di Salesei, al cospetto della Civetta.

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