Quota "2.385" ai Piani di Lavaredo

Area di riferimento: Dolomiti e area di Belluno Partenza: Auronzo di Cadore (BL), Rifugio Auronzo Arrivo: Auronzo di Cadore (BL), Rifugio Auronzo Tipologia: A piedi Difficoltà: Impegnativo Fondo stradale: Sentieri e tracce Dislivello: 150 m Quota massima: 2.475 m.s.l.m. Tempo di percorrenza: 2 ore Periodo consigliato: Giugno - settembre
http://www.ecomuseograndeguerra.it

L’itinerario percorre una delle aree dichiarate dall'Unesco “Patrimonio dell'Umanità”, al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo.  Esso si snoda da Forcella Lavaredo (m 2457) a Forcella Col di mezzo (m 2315) attraverso i “Piani” e il Rifugio Auronzo (m 2330). Si tratta di un itinerario escursionistico, se si eccettua l’accesso a “Quota 2385” che presenta un breve tratto attrezzato ed esposto. Da Forcella Lavaredo (m 2457), ove un grosso masso cela l’accesso ad una postazione armata, si scende brevemente (segn. 104) verso il sentiero che conduce al Pian di Cengia. Raggiunto il minuscolo e a volte inesistente Lago di Lavaredo, si abbandona la traccia segnalata, continuando con un percorso pressoché libero sui prati antistanti. Un’insolita, riattata carrareccia di guerra porta in direzione di un cocuzzolo verde, Quota 2385, dove era un osservatorio italiano dell’artiglieria. Si raggiunge in breve la ristrutturata “Casermetta/Rifugio”, mentre la mulattiera continua verso un intaglio dove si intuisce la postazione di un obice. La traccia, in direzione del baratro che guarda la Val d’Ansiei, prende consistenza in una splendida scala tagliata nella roccia, dove una corda metallica posta vicino a una vecchia scala di legno agevola la salita alla cima. Facile è il ritorno sul versante che guarda i Piani di Lavaredo per riguadagnare la larga e comoda mulattiera che conduce fino al Rifugio Auronzo, un tempo chiamato Rifugio Principe Umberto, distrutto durante la guerra e ricostruito nel 1925 e da allora servito da un regolare servizio giornaliero di corriere a cavallo. Prima dell'inizio della guerra questi luoghi erano già divenuti meta di turisti ed alpinisti e vi era stato costruito uno dei primi rifugi alpini, poi trasformato in casermetta, immediatamente distrutto dalle artiglierie italiane nei primi giorni di guerra.

Fonte: ecomuseograndeguerra.it

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