Il fronte dolomitico orientale e la dorsale carnica. Leggendo gli scritti di Antonio Berti

Area di riferimento: Dolomiti e area di Belluno Partenza: Auronzo di Cadore (BL), Misurina Arrivo: Comelico Superiore (BL), Passo Monte Croce Comelico Tipologia: In auto / moto Difficoltà: Semplice / Principianti Fondo stradale: Asfalto Dislivello: 1.000 m Quota massima: 1.840 m.s.l.m. Tempo di percorrenza: 2 ore in auto, circa 95 km
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Come altre benestanti famiglie veneziane, anche quella dei Berti amava trascorrere un periodo di villeggiatura all'ombra delle cime dolomitiche. Dall'età di diciassette anni, Antonio ebbe così l'occasione di scalare ed esplorare ad una ad una tutte le principali cime ampezzane. Nel 1908 comparve, sugli scaffali delle librerie, un volumetto di 116 pagine fitte di storie di uomini e montagne: era la prima "Guida delle Dolomiti del Cadore" che Antonio Berti dedicava alle sue cime. Alle soglie del conflitto mondiale, le accurate descrizioni e i minuziosi disegni delle vie dolomitiche che Berti aveva raccolto divennero preziose anche per lo Stato Maggiore che, su quelle montagne, stava predisponendosi alla guerra. Laureatosi nel frattempo in medicina, quando venne l'ora, anche Berti si arruolò come volontario tra gli Alpini del battaglione Val Piave e la sua esperienza di scalatore, unita alla perfetta conoscenza dei luoghi, venne subito messa a frutto: distogliendolo temporaneamente dai suoi impegni di ufficiale medico, gli venne affidata l'organizzazione dei lavori per installare un grosso faro sulla Cima Grande di Lavaredo per illuminare le linee austriache situate più a nord, impresa alpinistica rimasta storica. Finita la guerra, Berti riporterà sulle pagine di numerosi libri la sua esperienza su quelle cime, unendo sempre alla fredda cronaca degli avvenimenti il calore umano dei suoi protagonisti ("Guerra per crode", "Guerra in Cadore", "Storia dei battaglioni Val Piave e Antelao", seguiti più tardi da "Storia dei volontari cadorini" e "Crode contro crode").
L'itinerario parte da Misurina e scende fino ad Auronzo dove è possibile fermarsi all'ingresso della Val Marzon, sede di uno dei più importanti insediamenti militari e visitare il Museo della Grande Guerra che trova spazio nei locali di palazzo Corte Metto. Da Auronzo ci si trasferisce a Padola, in Comelico Superiore, per il passo di S. Antonio, dove era un tempo in funzione un'importante teleferica di collegamento. Da Padola si sale poi verso il Passo di Monte Croce Comelico; di qui, trovato un buon punto panoramico, si può osservare il meraviglioso scenario circostante: a sinistra le Dolomiti di Auronzo e Comelico, le cui Cime portano nomi che sono rimasti nella storia: Popera, Cima Undici, Croda Rossa di Sesto, il Passo della Sentinella, mentre sull'altro versante della valle si estende la Cresta Carnica, coincidente per lungo tratto con l'attuale confine italo-austriaco. Nel 1915 la dorsale carnica fu oggetto di diversi, sanguinosi e spesse volte inutili attacchi, soprattutto da parte italiana, essendo le posizioni sommitali quasi tutte in mano austriaca. Per dare le dimensioni della tragedia si riporta un breve passo di un ufficiale austriaco al termine dell'attacco al Roteck il 6 settembre 1915: “Dritti in piedi nelle trincee, scagliamo la morte nell'aurora. Qualunque cosa si muova è colpita. Orribile assassinare così; tanto più orribile in quanto non un grido di dolore si ode, e gli assalitori si abbattono muti. [...] A righe intere gli italiani si abbattono, si risollevano, balzano indietro, corrono verso gli alberi. [...] Alle sette del mattino è tutto finito. È finito un episodio profondamente, spaventosamente impressionante, è finita la danza della morte sulla Cresta Carnica.” Di qui si può scendere a Santo Stefano, per omaggiare i caduti al Campo dell'Onore, e concludere l’itinerario a Cima Sappada, al Piccolo Museo della Grande Guerra, salendo infine alle Sorgenti del Piave "Fiume Sacro alla Patria".

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