L'ultima cima

Area di riferimento: Grappa, Tomba, Montello, area di Treviso e Piave Partenza: Pederobba (TV), Sacrario francese Arrivo: Pederobba (TV), Sacrario francese Tipologia: In bicicletta, In auto / moto Difficoltà: Semplice / Principianti Fondo stradale: Asfalto Dislivello: 1.070 m Quota massima: 1.742 m.s.l.m. Tempo di percorrenza: 2 ore in auto, 66 km
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Provenendo da Treviso, lungo la Feltrina, ad accogliere il visitatore è il grande Sacrario dei Francesi a Pederobba, edificato in età fascista per ricordare il tributo di sangue pagato dalla Francia per sorreggere il fronte italiano dopo il crollo di Caporetto. Alle sue spalle si scorge il massiccio del Grappa. Dalla parte opposta, incombe il Cesen e si vede la piana del Piave e il grande argine del Montello. Proseguendo verso ovest è doverosa una tappa presso la Gipsoteca del Canova a Possagno. A sovrastare il paese è la mole del Tempio, che venne cinturata dai cannoni italiani per presidiare la Valcavasia in caso di cedimento del fronte sul fiume. All’interno della Gipsoteca, che venne bombardata, si ritrovano i gessi feriti del Canova, sapientemente restaurati là dove possibile.
Nel comune di Paderno, presso la località San Liberale ove era posizionato un impianto di sollevamento acqua in quota, si ritrovano rifugi militari scavati in roccia, anche in funzione anti-gas, e principiano diverse mulattiere militari. Similmente, una carrareccia e sentieri che durante la risalita incrociano trincee di terza o quarta linea, sono imboccabili dalla località S. Maria del Covolo, in Comune di Crespano del Grappa. Di qui partiva una teleferica militare di media portata. Era utilizzata per portare in quota vettovaglie e munizioni e per riportare a valli morti e feriti. La Villa Reale, sita nel centro storico di Crespano del Grappa, ospita un centro di documentazione e una esposizione oggettuale frutto del lavoro di un recuperante.
A Borso del Grappa e in località Zen di Romano d’Ezzelino si imboccano due opere viarie militari di grande importanza: la strada General Giardino e la strada General Cadorna. Vennero realizzate a partire dal 1916, a seguito della lezione impartita dalla Strafexpedition. Entrambe le strade sono affiancate, in alcuni punti, da grotte militari di ricovero, e adducono, unendosi alla fine, a Cima Grappa. Giunti lungo la Cadorna a Ponte S. Lorenzo – punto di massima avanzata delle truppe austroungariche durante la Battaglia del Solstizio – è data la possibilità di girare verso S. Giovanni (ove è aperto, presso un albergo, un piccolo museo che ospita collezioni attinenti le battaglie sul Grappa) per giungere infine a una terrazza d’osservazione sulla Valstagna.
Cima Grappa offre una serie di elementi straordinari di visita. Il primo è il Sacrario Militare, che ospita le salme di circa 23.000 soldati di entrambe le parti belligeranti. Il secondo sito, con ingresso presso la Caserma Milano, è la galleria “Vittorio Emanuele III”, la più grande fortezza in quota della Prima Guerra Mondiale, con circa un centinaio di postazioni da fuoco di interdizione, realizzata nel 1918. La Cima Grappa è interconnessa a settentrione alla fuga delle trincee dei Salaroli, che accompagnano fino ad un certo punto la strada della Val Vecia che si snoda fino al Fontana Secca, luogo all’epoca controllato dagli austro-tedeschi. Si tratta di luoghi segnati da cruenti combattimenti. Verso est, vi è invece il collegamento alla trincea sommitale del M. Boccaor. Impressionante e suggestivo è il percorso in ciglione artificiale scavato in diagonale come una ferita sul sistema di dirupi meridionali del monte detto “Sentiero delle Meatte”.
La discesa verso est porta ad incrociare le trincee (recuperate) del Monte Palon e i luoghi di battaglia del Monte Tomba, ove peraltro c’è una chiesa dedicata ai Francesi che combatterono a fianco degli Italiani durante la Battaglia d’Arresto rintuzzando le offensive del tenente Rommel.
Ritornati sulla Feltrina, girando verso nord si possono raggiungere due siti degni di interesse: il Museo civico storico territoriale del Comune di Alano di Piave, che presta particolare attenzione alla vita in trincea, e il Cimitero germanico di Quero. Se invece si svolta verso sud, merita una visita il Santuario della Madonna della Rocca a Cornuda, che funzionò quale osservatorio italiano sul fronte del Piave. Sono ancora leggibili alcune trincee.

Fonte: Provincia di Treviso e ecomuseograndeguerra.it

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