Batteria Amalfi

Area di riferimento: Venezia e Laguna Indirizzo: Cavallino - Treporti (VE), Punta Sabbioni - Via Amalfi/Via Retrone Categoria: Opere militari
Foto: Unpli Veneto

Prima del 1915, la soluzione di ospitare in una batteria una torre corazzata di tipo navale era stata adottata, in tutto il mondo, solo dagli americani nel Forte Drum a protezione di Manila. La batteria Amalfi era considerata il fiore all'occhiello della difesa di Venezia, ma il cruccio della sua guarnigione era di non partecipare alla guerra, vista la distanza dal fronte. Tuttavia, nel novembre 1917, dopo Caporetto, tenne sotto tiro i ponti sul Piave, e riuscì a far saltare quello di San Dona', prima che gli austriaci lo attraversassero. In seguito fu pronta a intervenire nel giugno 1918, durante la Battaglia del Solstizio. Tutta la costruzione è stata fondata su palificazione in calcestruzzo armato, vista la natura sabbiosa del terreno. La batteria era composta dalla costruzione che ospitava la torre corazzata e da altre due grosse costruzioni, che contenevano ciascuna una centrale elettrica composta da un motore diesel e un gruppo elettrogeno. L'energia elettrica serviva per azionare i vari movimenti della torre, elettrici e idraulici. Il corpo principale della batteria è in calcestruzzo, dotato di avancorazza e spalto corazzato. Lo spessore dei muri perimetrali è di m. 9 nei lati sud ed est, mentre le volte hanno uno spessore di m. 3. All'interno della batteria erano stati ricavati anche vari locali: le riservette per proietti e cariche, oltre ai servizi per il personale. Le due costruzioni attigue, adibite a centrale elettrica, erano collegate alla batteria tramite due gallerie e distanziate in maniera opportuna per evitare che la batteria fosse neutralizzata a causa di una mancanza di energia elettrica. La polveriera fu situata distante dalla batteria, per evitare pericolosi incidenti; era a forma di semi-ellissoide, suddivisa in due camere separate per proietti e cariche di lancio. Anche gli alloggiamenti principali della guarnigione si trovavano a distanza dalla batteria; erano comunque collegati tramite camminamenti coperti. Un terrapieno proteggeva la batteria stessa, e faceva si che solo la parte più alta della torre emergesse allo scoperto. Ora il terrapieno non esiste più, e le gallerie di collegamento con le due centrali sono in parte scoperte.
Con il sostegno della Regione, la struttura è stata recentemente messa in sicurezza, recuperata e resa fruibile negli spazi esterni, con ampie aree verdi attrezzate nei pressi; il contesto naturalistico in cui si colloca è quindi venuto a configurarsi come una sorta di parco storico-culturale.

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