La grotta di San Bernardino e "Le Prigioni" di Mossano

La grotta di San Bernardino, a Mossano (Vi), porta il nome del santo francescano perché questi operò a Vicenza nel 1423 e nel 1433. Bernardino si ritirava spesso in eremitaggio in questa grotta, che fu poi trasformata in un luogo di culto, come testimonia una Madonna col Bambino scavata nella parete. La santità del luogo non valse però nulla contro l’eccidio che vi si consumò nel 1510, al tempo della Lega di Cambrai. Quell’anno gli imperiali avevano assalito Vicenza, dirigendosi poi a Mossano. La popolazione locale e quella delle ville vicine si rifugiò nella grotta e vi si barricò. Gli assedianti, fatto un mucchio di frasche, sterpi, legna e paglia vi appiccarono il fuoco, aggiungendovi dello zolfo. Fu un eccidio: 1200 tra uomini, donne e bambini morirono soffocati dal fumo. Sopravvissero solo un giovane e due ragazzine. Nella grotta, infine, si trovano le più antiche testimonianze preistoriche del vicentino, portando segni di uomini del Paleolitico, e avendo ospitato l’uomo di Neanderthal.

La grotta di San Bernardino - Mossano

A Mossano si trovano poi “Le Prigioni”, una sorta di antichissimo “palazzo” quasi interamente scolpito nella roccia. Si trova all’interno di villa Giulia, ed è stato costruito sfruttando alcune cavità naturali, scavate e modificate fino a ottenere stanze, scale, porte e finestre, fra cui una singolare loggia a cinque pilastri. Protette da cinte murarie ricavate sfruttando alcuni gradoni rocciosi, “Le Prigioni” furono probabilmente usate come posto di guardia per i possedimenti del vescovo di Vicenza.

Per informazioni:
IAT Vicenza
tel +39 0444 320854 - iat.vicenza1@provincia.vicenza.it
www.vicenzae.org/  

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