I Cadini del Brenton

La strada s’infila misteriosa nella valle e corre a fianco del lago, che inquieta perché lo si immagina profondo e freddo. Le montagne chiudono l’orizzonte con versanti ripidi e selvaggi e, se non fosse per i cartelli “parco nazionale” che incuriosiscono, verrebbe quasi voglia di tornare indietro. Resistete alla tentazione: la valle del Mis dà il meglio di sé più avanti. Quando sembra non si possa più proseguire, ecco la porta a un sentiero naturalistico: è il giardino botanico Campanula Morettiana, dove è concentrata, a fini didattici, tutta la natura della zona, dal bosco al pascolo, dalle rocce ai ghiaioni, lungo un percorso accessibile a tutti. Tutt’intorno, i Monti del Sole e il massiccio dell’Agnelezze, cime che appaiono inviolate e inviolabili e che, del resto, sono poco frequentate, se non da veri appassionati.

I cadini del Brenton

Ancora qualche metro e sarete colti dalla vera, grande sorpresa: i Cadìni del Brentòn. E’ una sequenza di quindici catini di pietra scavati dalle acque del torrente, il Brentòn appunto, che si getta a valle con una serie di cascate, la più nota è chiamata “della Soffia”. Sono getti d’acqua limpida e gelida che nei secoli hanno creato forme straordinarie e perfette, in un affascinante spettacolo di colori, riflessi e frastuono. Si possono affiancare le cascate seguendo un sentiero, tra mille trasparenze, e per un po’ si vivrà la sensazione di essere sperduti, perché queste montagne sono le più selvagge dell’intero Bellunese, un paradiso naturale fuori dal mondo.

di Giovanni Stefani 
Gruppo italiano stampa turistica 

 

 

 

English (United States) français (France) Deutsch (Deutschland) italiano (Italia) español (España) português (Portugal) русский (Россия) 中文 (中国)