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Marrone di San Zeno D.O.P.
Nelle zone di montagna i marroni hanno rappresentato per secoli uno dei principali alimenti: con la farina si preparavano infatti anche pane, pasta, dolci e polenta. I frutti freschi erano anzitutto arrostiti nella particolare padella forata e, accompagnati al vino nuovo, diventavano emblema della festa di ringraziamento per l'annata agricola, dedicata a San Martino. Pressocché in tutto il Veneto, questa festa era talvolta legata alla prima questua annuale e al rito dei morti, in occasione del quale si confezionavano anche particolari biscotti con la farina di castagne, come dei piccoli "castagnacci". Testimonianze scritte della coltivazione del marrone di San Zeno risalgono al XIII, XIV, XVII e XIX secolo; esse individuano le zone tipiche di produzione, anche attraverso gli estimi catastali, e descrivono il prosperoso sviluppo dei castagni, nonché i metodi di raccolta e commercializzazione dei marroni sui mercati settimanali. I frutti provengono esclusivamente dalla varietà Marrone di San Zeno e si distinguono dalla castagna per la forma più ovale e più grande, per la qualità della polpa - pastosa, più dolce e gustosa - per il colore chiaro con striature brune e per la buccia sottile che si stacca facilmente. |