Fate, diavoli e spiriti del Montello

Camminando sul Montello, nelle notti d'inverno, fino a qualche tempo fa poteva essere sentito il suono lugubre di un violino: era così che si manifestava il fantasma di un povero suonatore di strada che vi era morto di freddo. Ma la strana, magnetica montagna del trevigiano, a forma di tartaruga, è stata nei secoli abitata da animali fantastici come i basilischi, sorta di draghi maligni, e da serpi e rospi che portavano dentro alla testa dei diamanti. Il diavolo vi si aggirava avvolto in un mantello rosso, ma esistevano anche le Fade Bone, che scaldavano e nutrivano col miele le ragazze che il Massariol, un nanerottolo spirito burlone, faceva smarrire se queste mettevano incautamente piede nelle sue invisibili orme.

il Montello

Il Montello conserva ancora el Buso de le Fade, una caverna in cui queste ragazze vestite di bianco, bellissime ma con piedi caprini, si lavavano a una fonte. A Crocetta del Montello, invece, la Grotta del Buoro aveva una fonte capace di ridare il latte alle madri sfinite da uno svezzamento oltremodo faticoso. Nell'area di Venegazzù esiste un dirupo dal quale - si dice - un tempo venivano gettate dopo processi sommari le donne sospettate di essere delle streghe, mentre a Santi Angeli discesero un tempo alcuni Cherubini, nelle stesse lande dove orchi e gnomi erano di casa. Sarebbero stati anzi proprio loro, gli gnomi, ad aiutare Monsignor Giovanni della Casa a scrivere il celebre Galateo, che il prelato compose secondo tradizione sul Montello, nell'abbazia di Nervesa.

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