Itinerario storico del Monte Tudaio

Area di riferimento: Dolomiti e area di Belluno Partenza: Vigo di Cadore (BL), Chalet “Pino Solitario”, Laggio di Cadore Arrivo: Vigo di Cadore (BL), Monte Tudaio Tipologia: A piedi, In bicicletta Difficoltà: Impegnativo Fondo stradale: Sterrato Dislivello: 1.150 m Quota massima: 2.100 m.s.l.m. Tempo di percorrenza: 8-9 ore Periodo consigliato: Giugno - ottobre
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Lasciata la vettura nei pressi dello chalet “Pino Solitario”, ci si inoltra lungo la strada militare che attraversa pianeggiante il “Pian della Loppa” (Piano della Lupa) fino al greto del Rio Soandre. Da qui un sentiero, sulla sinistra, permette di accedere alle opere in caverna del “Vallo alpino del Littorio”, realizzate tra il 1939 e il 1941. Imboccata invece la strada militare, realizzata tra il 1909 e il 1912 da genieri ed operai locali, si iniziano a percorrere i primi tornanti detti “le Calade”, giungendo dopo circa 3/4 d’ora a “Pian de Liberal”, dove si incontra il primo dei due ricoveri militari. Continuando, si attraversano le località de “il Fornato”, “l’Espola” e “la Lasta”, fino al piccolo pianoro de “la Busa”, dove, dopo 3/4 d’ora, si trova il secondo ricovero, con nei pressi una piccola fontana. Questo è l’unico posto in cui si può fare rifornimento d’acqua.
Da “la Busa” la strada sale in modo più dolce in mezzo al bosco. Presso il “Col dell’Elma” si possono notare le grandi vasche di raccolta dell’acqua usate in tempo di guerra, superate le quali si prosegue per “la Pala di Jarone”, “le Masiere”, “il Pezzolon” , “il Pian delle Mede”, giungendo dopo un’ora al “Col muto”. Qui si può visitare la grande galleria realizzata tra il 1916-17 come alternativa al forte, la quale, dopo aver attraversato tutto il colle, sbocca in 4 cannoniere affacciate sul Comelico e sulla Val Ansiei. Continuando la salita si passa per la galleria “Tofo” fino alle “Panere”, dove, sul primo terrazzo, sono ancora visibili sul terreno i segni delle baracche, tra le quali spicca quella degli “operai” con i resti del forno del pane. Dopo un ulteriore tratto si giunge proprio all’entrata del Forte di Monte Tudaio, guardata da un piccolo corpo di guardia, oltre il quale una galleria di 30 metri immette nel perimetro fortificato. L’opera, realizzata tra il 1911 e il 1915, appare distribuita su tre piani. Il più basso, dotato di un deposito munizioni ed un magazzino viveri, controllava con un lungo muro difensivo l’accesso alla cima dal sentiero dei “Mede”. Il piano intermedio ospitava invece il casermone e i laboratori, mentre la parte più elevata conteneva la batteria corazzata, ovvero il cuore dell’impianto. Questa era formata da un blocco di cemento ad “U” rovesciata, con 4 pozzi per cannoni da 149 A protetti da cupole corazzate Armstrong del peso di 180 quintali, che potevano disporre per l’aggiustamento del tiro di un osservatorio sul colle soprastante. La visita alle gallerie del forte è sconsigliata per il pericolo di crolli dal soffitto. Nei pressi della batteria sono ancora visibili i resti della stazione d’arrivo della maggiore delle tre teleferiche del forte. Il perimetro fortificato, protetto da una triplice cinta difensiva, avrebbe dovuto permettere a circa 200 uomini una resistenza ad oltranza, anche in caso di completa invasione nemica del Cadore. Fin dai primi giorni della Grande Guerra però il forte fu tagliato fuori dal vivo delle operazioni, perché troppo lontano dal fronte. Divenuto di nuovo importante in seguito alla ritirata di Caporetto, entrò in azione sparando molti colpi sulle truppe austriache giunte ad Auronzo e S. Stefano di Cadore, ma senza apprezzabili risultati. La guarnigione abbandonò l’opera dopo un sommario sabotaggio e un anno dopo, tra il 18 e il 26 ottobre 1918, al momento di ritirarsi, gli austriaci lo distrussero meticolosamente. L'itinerario si svolge in un ambiente di selvaggia bellezza e offre panorami straordinari sulle Dolomiti di Auronzo e del Cadore.

Fonte: ecomuseograndeguerra.it

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